Il trasporto del cane in auto è regolamentato dal codice della strada Art. 169 “Trasporto di persone, animali e oggetti sui veicoli a motore”.
Quando si è la guida bisogna avere la massima concentrazione sulla strada e sulla circolazione delle altre vetture attorno noi, quindi occorre assicurarsi che gli animali trasportati siano posti in sicurezza sia per la loro incolumità, sia perché non diventino fonte di distrazione per il guidatore.
L’Art.169 vuole indicare che si può viaggiare con animali in auto ma ad alcune condizioni. Viene consentito il trasporto di soli animali domestici anche in numero superiore a uno.
Il trasporto di un singolo cane ci permette di posizionarlo a nostro piacimento (questo anche in relazione alla dimensione dello stesso) in ogni parte dell’auto a condizioni che non rappresenti pericolo, evitando che il nostro amico quattro zampe salti da un sedile all’altro o si intrufoli fra le nostre gambe diventando così un ostacolo e causa di incidente.
Il cane può essere tenuto anche nel sedile anteriore a fianco del guidatore ma si consiglia sicuramente l’uso dell’imbragatura di sicurezza, un ulteriore strumento da attaccare alla tradizionale cintura di sicurezza.
Il trasporto di più soggetti è consentito purché custoditi in apposita gabbia o contenitore detto trasportino/kennel o nel vano posteriore diviso appositamente da una rete o simile.
Il rischio per chi non segue le regole è di pagare una sanzione amministrativa di 85€ e soprattutto la decurtazione di un punto dalla patente.
I tre modi sicuri per trasportare un cane sono
La giardia è un microrganismo unicellulare, un protozoo che infesta molto frequentemente i cuccioli di cane.
La giardia non è un verme, non è un batterio e neanche un virus, ma un è parassita microscopico e primitivo a forma di pera che si muove tramite flagelli, simili a delle codine, che vive nell’intestino di numerosi animali.
Si trasmette per via oro-fecale ingerendo perciò feci infette (i piccoli spesso, per vizio trasmesso dalla mamma, vanno a leccare le proprie feci o quelle di altri soggetti) o quello che può essere contaminato dalle stesse feci infette.
Sempre più spesso si sente parlare di giardia, questo non è certamente un nuovo problema e non di maggior rilevanza rispetto al passato, ma probabilmente questa sua popolarità è data dalla maggiore attenzione dei proprietari che oggi hanno verso i propri quattro zampe consigliati spesso ad effettuare molteplici indagini dai propri veterinari, altro motivo la presenza sul mercato di vari test antigienici prontamente reperibili e facilmente utilizzabili in qualsiasi ambulatorio.
Se è vero che oggi, con i kit è possibile mettere in evidenzia la giardia con assoluta certezza, è anche vero che questa essendo un protozoo opportunista è praticamente sempre presente nell’intestino del cane. La sola positività dei test antigenici, quindi non necessariamente implica una positività alla malattia, questo significa che il trattamento non è sempre necessario.
I sintomi della giardia sono specifici, presenti soprattutto in animali giovani sotto l’anno di età. In più delle volte asintomatico in quanto l’organismo riesce a creare una difesa temporanea che ne limita la diffusione. Quando l’animale si trova in uno stato di minor difesa immunitaria, perché molto giovane e sotto stress per cambio di ambiente, i sintomi possono essere diarrea, più spesso intermittente con muco, maleodorante e chiara, in casi più gravi vomito, dimagrimento, letargia e inappetenza.
Per determinare la malattia oltre al sintomatologia sopra elencata è consigliato effettuare un particolare test quantitativo presso unicamente laboratori diagnostici specializzati che sconsigliano anche loro comunque, di trattare qualsiasi animale che preseti una semplice positività senza sintomatologia. A tale riguardo rimando alla pagina dell’Istituto Zooprofilattico delle Venezie.
https://www.izsvepets.it/giardia-ricorrente-che-fare/
Non si hanno studi definitivi che documentino la possibilità del passaggio dell’infezione dal cane all’uomo, questa è altamente improbabile, essendo questi protozoi specie-specifici,
Il comportamento di ogni individuo dipende dalle interazioni tra la componente innata - le sue dotazioni genetiche – e le influenze esterne provenienti dall’ambiente nel quale avviene lo sviluppo, influenze intese come apprendimento, esperienze, educazione. Tutti questi fattori contribuiscono a definire la personalità del cane adulto.
Esistono tratti della personalità che sono innati e possono essere presenti o assenti: territorialità, attitudine alla guardia, motivazione alla caccia, giocosità e tendenza ad abbaiare. Ad esempio un cane può essere spicciamente territoriale, mentre un altro può non sentire affatto la motivazione a difendere il proprio territorio, cioè non essere un cane da guardia.
Ecco allora che diventa possibile prevedere, in certa misura, il comportamento di un individuo in un dato contesto sulla base delle sue caratteristiche peculiari.
Questi tratti sono innati, non è infatti possibile insegnare a un cucciolo a diventare cacciatore se non ne ha le attitudini, come non si può crescere un cane guardiano se non possiede il senso del pericolo all’intrusione.
Tramite la selezione, protratta per oltre un secolo e a volte per molto più tempo, si sono caratterizzate le “personalità di razza”, cioè quell’insieme di comportamenti attesi – almeno in qualche misura – da ogni appartenente alla razza stessa.
La scelta di un cane di razza ha questo vantaggio e conviene sfruttarlo appieno, informandosi approfonditamente prima di scegliere, in modo da adottare il cucciolo più adatto al nostro stile di vita e alla nostra stessa personalità.
Se siamo estroversi e riceviamo molti amici a casa, meglio non prendersi un cane di tipo introverso e guardiano, perché una volta adulto sarà difficile fargli accettare questa mobilità sociale.
Persone estroverse si troveranno meglio con cani che assomigliano loro; vale lo stesso per gli introversi.
La Federazione Cinologica Internazionale (FCI) divide la molteplicità delle razze in 10 raggruppamenti ( o gruppi), per affinità morfologica, attitudinale e caratteriale.
Andando quindi a vedere il gruppo a cui appartiene ciascuna razza è possibile tracciare un identikit della sua personalità.
Il gruppo 9, è il gruppo di cui fa parte il maltese: cani da compagnia. E’, per definizione, il gruppo più disomogeneo fra i 10 della FCI. Le numerose razze non solo variano nettamente in taglia e peso, ma le loro origini da tipologia e attitudini diverse ne influenzano morfologia e temperamento. Molti sono dotati di mantelli superbi, setosi e frangiati, quasi tutti sono eleganti piccole creature che chiedono solo di stare sempre con noi.
Prima di comprare un maltese o qualsiasi altro animale bisognerebbe fare un attento esame per valutare adeguatamente tutti i pro e i contro che l’arrivo di un cucciolo comporta.
È molto facile innamorarsi di un delizioso batufolo di pelo che non chiede altro che di essere coccolato, ma bisogna tenere in giusta considerazione il fatto che oltre al piacere di averlo il suo padrone ha pure dei doveri nei suoi confronti.
Il maltese è diventato in questo ultimo decennio un cane di gran moda sia per il suo gradevole aspetto, sia per il suo carattere versatile ed equilibrato, ma anche perché è un cane di piccole dimensioni e perciò non richiede al padrone troppi sacrifici per quanto riguarda le sue uscite e può essere trasportato facilmente in macchina o in aereo.
Questa razza, stilando una graduatoria di difficoltà è da considerarsi sicuramente ad un primo livello perciò molto facile nella gestione e nell’educazione.
Il maltese già dalle sue origini ci garantisce un carattere estremamente equilibrato che ritroviamo anche nella sua prima infanzia senza perciò essere distruttivo, dispettoso all’eccesso, difficilmente gestibile.
Una volta scelto il luogo di acquisto del cucciolo vi potrebbe capitare di trovarvi davanti più soggetti. Per la scelta non vi resta altro che il vostro intuito, dopo averne deciso il sesso e il limite di età.
Un buon allevamento specializzato nella razza dispone facilmente di cuccioli di varie età, comprate quello che più vi attira per simpatia o per tenerezza, perché in ogni caso, se il luogo di provenienza da le dovute garanzie di professionalità un cucciolo è simile all’altro.
Un serio allevatore vi può dare qualche indicazione sui pregi e difetti dei vari soggetti che a quel tempo possono già manifestare. Oltretutto la scelta avviene spesso all’interno di una stessa cucciolata fra fratelli.
Quando si decide di acquistare un cucciolo di razza la prima cosa da fare è di documentarsi sulle caratteristiche morfologiche ma soprattutto su quelle caratteriali che il nostro futuro cane potrà avere.
Fatto questo, è importante non fare scelte affrettate a occhi chiusi, sarà perciò opportuno fare delle ricerche oculate sugli allevatori, meglio se riconosciuti dall’ENCI (Ente Nazionale Cinofilo Italiano), di quella razza. E’ consigliabile andare a visitare più allevamenti per capire le differenze che ci possono essere sia nei metodi, sia nelle persone che ci sono dietro a questo lavoro. Facendo queste visite vi troverete di fronte a situazioni inaspettate del tipo “vedo non vedo”. Verrete accolti in una stanza o alla peggio in un’aia dove vi vengono portati cuccioli in visione senza permettervi l’accesso nei locali allevamento, perciò non potrete appurare:
Attenzione soprattutto ad acquistare su annunci di privati che accoppiano soggetti alla cieca senza metodo. Un cucciolo non deve essere acquistato basandosi esclusivamente sul prezzo, sulla vicinanza geografica o addirittura perché mi venga recapitato a casa ma è importantissimo capire innanzitutto se siamo di fronte a un buon allevatore o al commerciante di turno:
La genetica è fondamentale innanzitutto per scongiurare problemi di salute del nostro cane. Cercate sempre di avere un colloquio con l’allevatore che vi trasmetta professionalità, competenza, serietà, fiducia e che si renda disponibile nel post-vendita per qualsiasi problema e consiglio sull’educazione, sull’addestramento, sull’alimentazione, cure etc.. Cercate nella vostra scelta di non farvi prevalere dall’emozione, infatti alcuni allevatori/commercianti scaltri ci accoglieranno addirittura con i cuccioli fra le braccia per stimolare tutto questo. Ci venderanno il cane come un oggetto senza informazioni e stringendo al massimo i tempi.
Evitate gli allevamenti con una lista di razze allevate tipo “lista della spesa” sono certamente realtà più da quantità che di qualità, ancor meno in negozi di animali che si procurano cuccioli da canali illegali (cani dell’est) o da allevatori pochi seri. Un buon allevatore scrupoloso e selettivo non cede certamente ad un negozio i propri cuccioli ma cercherà in primis di vendere i propri cani a persone responsabili che possono apprezzare il suo lavoro, con cui potere instaurare un rapporto continuativo che tante volte si trasforma in amicizia.
Un buon allevatore non vende cuccioli al minimo di giorni di svezzamento che prevede la legge regionale (in Emilia Romagna è di 60 giorni) ma normalmente oltre i 3 mesi periodo in cui ha espletato tutto il ciclo vaccinale e trascorso questo periodo con la madre e i fratelli socializzando e preparandosi all’inserimento in una nuova famiglia.
Il sesso nel maltese non comporta differenze di taglia e soprattutto di carattere a differenza di buona parte delle razze canine (soprattutto di quelle media/grande mole), dove si notano strutture fisiche molto più importanti nei maschi e con carattere molto più affabile nelle femmine.
Il maltese abbiamo più volte menzionato che è stato selezionato nell’ultimo secolo come cane da compagnia, di conseguenza dire che la femmina è più affettuosa del maschio sarebbe come dire che nelle razze da caccia, esempio nel setter, la femmina è più brava del maschio nell’attività venatoria. A livello caratteriale possiamo perciò dire che i due sessi si eguagliano.
La taglia, non è determinata anche in questo caso dal sesso, chiaro che l’allevatore non ha lo stampino per poterli fare tutti uguali, potranno capitare maschi più grandi di femmine e viceversa. Al di là dell’aspetto struttura/carattere i due sessi hanno chiaramente delle differenze che andrò di seguito ad elencare.
Quando ci avviciniamo ad un cucciolo maschio la prima cosa da verificare è che i testicoli siano scesi nello scroto, se uno dei due fosse ancora in addome potrebbe essere motivo in fase adulta di un intervento chirurgico per estirparlo in quanto rimanendo in quella situazione potrebbe degenerare nel tempo, in forma tumorale. Tutto questo penalizzerà il nostro cane perché non potrà più frequentare expo e non potrà più procreare perché potrebbe trasmettere questo difetto genetico ai suoi futuri cuccioli. Il maschio si ha la paura che istintivamente possa alzare la gambina in casa ma come spiegato i nostri maltesi sono abituati a sporcare nella traversa assorbente, chiaro che in una situazione esterna, in passeggiata, sentendo l’odore degli altri maschi lasceranno anche il loro con qualche goccia di urina. IL MASCHIO NON HA CALORI.
La femmina è sicuramente più complessa, ogni sei mesi a partire dall’ottavo, nono mese di vita ha il calore, caratterizzato da un mestruo della durata di 10/11 giorni, durante il quale potrà lasciare segno nei suoi percorsi, su divani, tappetti e letti.
Finito questo periodo ci sarà quello della fecondità, rimarrà con una vulva molto gonfia e soprattutto sarà propensa all’incontro con dei maschi. Evitare in questo periodo di lasciarla sola nel giardino di casa e di portarla a spasso in giardini pubblici, potrebbe facilmente attrarre l’attenzione di qualche cagnetto con i suoi odori ormonali.
Spesso dopo questo periodo le femmine di razze di piccola taglia sono facilmente predisposte alle gravidanze isteriche, manifestandosi come se fossero incinta. Il rischio più grande è quello della produzione di latte seguita da mastite, facile motivo di tumori mammellari, la soluzione in questo caso, partendo dal presupposto che non si voglia far partorire è la sterilizzazione. E’ chiaro che tutto quello sopra raccontato non è certezza ma frutto di casistica.